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Non indignari, non admirari, sed intelligeri

Spinoza


Il blog si legge come un testo compiuto sulla Cina. Insomma un libro. Il libro dunque tratterà del "pericolo giallo". Un "giallo" in cui l'assassino non è il maggiordomo ma il liberale. Peggio il maggiordomo liberale. Più precisamente il maggiordomo liberale che è in voi. Uccidetelo!!!Alla fine il vero assassino (a fin di bene) sarete voi. Questo sarà l'unico giallo in cui l'assassino è il lettore. A meno che non abbiate un alibi...ça va sans dire.

lunedì 14 maggio 2012

5.5: La società armoniosa

5. La via del socialismo



In Cina c’è stata, come in altri paesi del resto, una forte lotta tra tradizionalismo e anti-tradizionalismo. Il movimento culturale del 4 maggio 1919 fu principalmente avverso al tradizionalismo. Per i rivoluzionari era stata la cultura tradizionale e specialmente il confucianesimo a far perdere alla Cina la sua posizione dominate nell’Ottocento e riducendola allo status di colonia. La stessa Rivoluzione Culturale fu anti-tradizionalista, sebbene Mao avesse culturalmente più di un legame con la tradizione. E’ una cosa che conosciamo bene in Occidente giacché l’illuminismo nasce da una svalutazione della tradizione e dal riconoscimento della superiorità dei moderni sugli antichi. Spesso in Occidente la rivolta contro la tradizione si è trasformata in anticlericalismo con confische di chiese, monasteri, in forma altrettanto radicali come nei paesi comunisti. La tradizione in Cina è stata vista come il principale ostacolo alla modernizzazione frutto di immaturità e di mancanza di logica e contrapposta all’avanzata civiltà e filosofia occidentale. In una qualche modo gli studenti di Tienanmen, con la loro fascinazione dell'Occidente erano su questa linea come lo è Liu Xiaobo. Il marxismo stesso nasce in Occidente ed è pensato per i paesi avanzati dell’Ottocento ossia Germania, Gran Bretagna e Francia (dove nel 1848 si era acuita la lotta rivoluzionaria) a cui oggi aggiungeremmo Stati Uniti, Giappone e Corea del Sud.
Liu Shaoqui, Zhou Enlai, Deng Xiaoping

Ma la tendenza alla sinizzazione del marxismo ossia a fondere il marxismo e la cultura tradizionale, a scendere dall’universale astratto al particolare concreto, era già presente nel Partito. Il partito comunista ha avuto un rapporto mutevole con il confucianesimo soprattutto negli anni ’70 quando è servito da pretesto per colpire l’ala “destra” del Partito. Del resto fu proprio Liu Shaoqui a tracciare un parallelo tra i comunisti e lo studioso confuciano in “Come diventare un buon comunista”:
Liu ripeteva che Confucio non riteneva di avere avuto la saggezza in dono fin dalla nascita: questa era piuttosto l'esito di un «processo di fortificazione e di autoeducazione» che permetteva di arrivare a distinguere dove stava il giusto. Lo stesso doveva fare il buon comunista. I rifugiati che si radunarono a migliaia sotto la bandiera di Mao scorsero una continuità fra la rivoluzione e la cultura cinese, e ne furono rassicurati. Il comunismo sembrava combinare il meglio del passato e il meglio del futuro (Hutton 2007, 65).
La stessa cosa avvenne in Vietnam. Ho Chi Minh riformulava i concetti ideologici comunisti, rendoli compatibili con la tradizione confuciana. Presentata in termini confuciani, l'etica rivoluzionaria di Ho consisteva in cinque principi della Nhan(umanità), Nghia(dovere), Tri(conoscenza), Dung(coraggio), e Liem(integrità). Elementi selezionati dalla cultura del villaggio sono stati incorporati nel nuovo discorso socialista. Un aspetto della cultura del villaggio scelto era l'immagine della famiglia contadina come unità sociale stabile impegnata in attività agricole. Le relazioni familiari interne sarebbero state caratterizzate da uguaglianza, reciprocità e mutuo sacrificio e il lavoro familiare da un'equa distribuzione delle responsabilità. Questi aspetti delle relazioni familiari sono state estesi ai rapporti amicicali e alla società in generale.

Il segretario Hu Jintao ha sottolineato proprio il richiamo alla filosofia tradizionale confuciana attraverso il concetto di società armoniosa, o ancora meglio di una società che cerca l’armonia in mezzo alle contraddizioni:
La nostra società socialista è una società che presenta delle contraddizioni. I processi di costruzione di una società armoniosa, socialista, è un processo permanente diretto a risolvere tutti i tipi di contraddizioni e un processo diretto a respingere i fattori non armoniosi e a rafforzare i fattori armoniosi. A misura che la Cina va verso il suo sviluppo, certe contraddizioni si amplificano. E’ un fenomeno che noi non possiamo evitare, perché la nostra società subisce in permanenza delle mutazioni profonde. Noi dobbiamo affrontare queste contraddizioni e trovare il modo di risolverle (Hutton 2007, 116).
L'idea della società armoniosa viene lanciata nel corso della riunione del  Congresso nazionale del popolo nel 2005, l'idea cerca di combinare la crescita economica globale con l'equilibrio e l'armonia sociale. Essa riflette l'aspirazione della società cinese ad un riequilibrio per combattere l'ingiustizia sociale e la disuguaglianza sociale frutto inevitabile del travolgente sviluppo economico. L'accumularsi delle tensioni porta alla rottura dell'amonia e quindi al conflitto e ai disordini che erano in crescita quando Hu prese le redini del Partito. L'armonia favorisce dunque la stabilità che è uno dei cavalli di battaglia della teoria del socialismo con caratteristiche cinesi. Tra l'altro nei documenti del periodo maoista si parlava della realizzazione della "Grande Armonia",  come l'equivalente del comunismo (1). Nel 2011, con la visita del presidente Hu negli Stati Uniti ha avuto un ulteriore sviluppo essendo applicata allo scenario internazionale a sostegno della pace e di cooperazione, che viene integrata nel concetto un mondo armonioso. Ovvero tutto l'opposto della politica di potenza e di guerra degli USA. Il concetto di armonia a livello di politica internazionale si fonda sulla pace, la cooperazione e il "soft power". Il soft power è un concetto sviluppato da Joseph Nye per descrivere la capacità di attrarre e cooperare piuttosto che usare la coercizione e si adatta ottimamente al concetto di armonia.

Interessante è il metodo che potremmo definire in termini occidentali del giusto mezzo, o della via di mezzo. Dal punto di vista epistemologico significa fare un’analisi particolareggiata cercando di evitare gli estremi, gli eccessi e la parzialità. Nella vita sociale prescrive che ci si formi il proprio giudizio confrontandolo con quello degli altri e quindi in modo democratico e dialettico.

La filosofia tradizionale cinese condanna i conflitti e le guerre ingiuste e non necessarie e sottolinea la necessità di pace e armonia. Si basa sul rispetto e il mutuo aiuto degli uni e degli altri. I rapporti armoniosi sono basati sulla comune comprensione della virtù. Le regole mostrano che si dovrebbero trattare gli altri come si trattano i propri figli. Rispetto degli anziani e protezione dei giovani sono guardati come virtù di base della vecchia Cina. Il tradizionale sistema di valori dovrebbe fondersi per i comunisti con l’etica marxista, giacché sembra compatibile, in modo da fondere il meglio dell’antico e del moderno. All’interno di questi valori ci sono quelli della famiglia e secondo gli insegnamenti della filosofia tradizionale possono essere applicati alla vita intera.Il confucianesimo al pari delle religioni politeiste pre-cristiane è più una religione civile che una religione dogmatica.

Con l’emergere della questione ambientale soprattutto in Cina è diventata d’attualità la relazione tra uomo e natura. L’idea di armonia e unità tra uomo e cielo (natura) è un classico della filosofia tradizionale cinese. Infatti, a differenza della tradizione occidentale che va dai presocratici all’illuminismo, passando per il cristianesimo, la natura non è vista dai cinesi come strumentale all’uomo ma come parte indispensabile che corrisponde su basi paritarie alla formazione della vita umana. La filosofia tradizionale anticipa una sensibilità che in Occidente è stata trovata solo recentemente ma che può essere persino rintracciata nei Manoscritti economici filosofici del 1844 di Marx. Inoltre, l'idea di sviluppo scientifico insiste sul progresso tecnologico come motore dello sviluppo sostenibile soprattutto dal punto di vista ambientale nel lungo periodo e si collega al Confucianesimo in quanto gestione razionale della governance.


Il titolo della relazione all’ultimo congresso presentata da Hu Jintao si chiamava significativamente "Innalzare il vessillo del Socialismo dai colori cinesi e lottare per conquistare una nuova vittoria nella completa costruzione di una società benestante". Oltre a mettere l’accento su ciò che non va in Cina si è dato spazio anche alle conquiste sociali. Secondo il segretario, rispetto al precedente congresso l’economia si è sensibilmente accresciuta, la vita della gente è migliorata e l’occupazione è aumentata costantemente, inoltre si è rafforzato lo stato sociale con la previdenza, la sanità pubblica e di base mentre è stata completata l’istruzione gratuita nelle zone rurali (Rapporto 2007).

Hu Jintao con il leader dei maoisti nepalesi Prachanda
Occorre evitare la contrapposizione tra sviluppo e qualità della vita. La mancanza di sviluppo comporta di per se evidenti costi sociali, ad esempio la disoccupazione. Ma lo sviluppo non può essere meramente quantitativo ma piuttosto qualitativo. Qui entra in ballo la pianificazione che secondo Hu Jintao si regge sulla concezione dello sviluppo scientifico, ossia lo sviluppo deve basarsi sull'elemento umano che ne rappresenta la base. Lo sviluppo deve diventare completo, ma soprattutto coordinato e sostenibile. Qui entra in gioco la pianificazione globale, che non è affatto scomparsa, ossia la pianificazione dello sviluppo fra città e campagna, tra le differenti regioni, tra l'economia e la società. Le contraddizioni inevitabilmente connesse con lo sviluppo devono essere risolte per attutire gli squilibrii che si sono accumulati e per ristabilire l’armonia tra l'uomo e la natura (Rapporto 2007). In questo contesto Hu Jintao ha presentato i nuovi obiettivi dello sviluppo della Cina fino al 2020, tra cui quadruplicare il PIL rispetto al valore del 2000. Questo sviluppo è però finalizzato alla costituzione di un sistema di previdenza sociale che copra l'intera popolazione rurale e urbana, l'eliminazione alla radice del fenomeno della povertà assoluta, il servizio sanitario di base per, e la formazione di una struttura industriale e di un modello di crescita e di consumo caratterizzati dal risparmio di risorse energetiche e naturali e dalla tutela ambientale (RCI 2007).


In questi anni si è determinato uno squilibrio nei servizi pubblici urbani, rurali e tra regioni, Hu Jintao ha messo l’accento sulla realizzazione dell'uguaglianza nei servizi pubblici, migliorando il sistema dei finanziamenti pubblici e incentivando gli investimenti nel settore (RCI 2007). Hu Jintao ha poi insistito sul rafforzamento dell’intervento statale nell’aumento gli investimenti finanziari per garantire l'istruzione obbligatoria delle famiglie povere e dei figli degli operai-contadini i cosiddetti mingong. Poi si dovrebbe stabilire un sistema di occupazione paritario tra lavoratori urbani e rurali e di migliorare il sistema di aiuto all'occupazione delle fasce di popolazione in difficoltà. Per una migliore giustizia sociale occorre impostare bene le relazioni tra efficienza ed equità, prestando maggiore attenzione a quest'ultima. Essendo in ballo il problema della giustizia sociale, quale terreno migliore per un partito che si proclama comunista per entrare in gioco.

L’obbiettivo è quello di costruire una società di media prosperità entro il 2020, quadruplicando il PIL annuo pro-capite rispetto al dato del 2.000. Questo porterebbe il PIL complessivo della Cina, calcolato a parità di potere d’acquisto, al primo posto ead un livello decisamente superiore a quello degli Stati Uniti. Gli altri obbiettivi sono  l'espansione della democrazia socialista, una maggiore equità e giustizia sociale, da una prevalenza dei valori di una cultura e di un’etica socialista nella popolazione, assieme ad diffuso sistema di sicurezza sociale.  Amcora si deve puntare sull’eliminazione della povertà ed un forte incremento dell’incidenza relativa delle fonti rinnovabili e non inquinanti di energia. Il programma è denso di buoni propositi ed in  parte, a distanza di otto anni, raggiunto.
L’11° Piano Quinquennale ha l’obbiettivo di raddoppiare il Pil procapite nel 2010 sulla base del 2000. Poi si dovrà raddoppiare il PIL tra il 2010 e il 2020 edificando un paese moderatamente prosperoso. Il periodo che va fino al 2020 quando il PIL procapite arriverà a 3.000 dollari o più dagli attuali 2000. Proprio questo periodo sarà particolarmente interessante perché, come insegna la passata esperienza degli attuali paesi sviluppati, il rapido sviluppo economico potrà proseguire come ora oppure si andrà verso una fase di stagnazione che può essere densa di conflitti.

Infine Hu ha trattato dell’esperienza storica del socialismo in Cina:
La concezione del socialismo con peculiarità cinesi costituisce un insieme di teorie scientifiche che includono la teoria di Deng Xiaoping, la concezione delle Tre rappresentanze, l’idea di uno sviluppo scientifico (sostenibile) ed altre importanti acquisizioni strategiche. Questo sistema esprime l’assunzione del Partito – e lo sviluppo – del marxismo-leninismo e del pensiero di Mao Zedong e incarna l’elaborazione e il duro lavoro di diverse generazioni di comunisti cinesi…Non c’è fine alla pratica e all’innovazione, che noi dobbiamo costantemente sviluppare per emancipare le nostre menti, bandendo rigidità e stagnazione…Il nostro è un sistema di pensiero dinamico, completamente aperto e in costante evoluzione”  (Rapporto 2007).
In altre parole è il marxismo vivente. Il marxismo cinese è creativo e dinamico quanto quello russo (e dei gruppetti dottrinari di estrema sinistra) era ed è asfittico. Il concetto di sviluppo scientifico enunciato da Hu nel 2003-2004 e inserito nella Costituzione nel 2007, richiama il "socialismo scientifico" di Marx. Engels defniva il marxismo come il passaggio del socialismo "dall'utopia alla scienza" ricordando che il socialismo per essere scientifico deve avere un approccio sperimentale e, se voliamo, induttivo ai problemi per differenziarsi dall'utopia. Senza alcun "criterio di verità" il socialismo si condanna a diventare una teoria meramente metafisica o tuttalpiù accademica come è diventata in Occidente.
La ripresa del confucianesimo e il concetto di armonia aprono due ambiti che non sono proprio nuovi nello sviluppo del pensiero socialista e comunista ma di cui ci si è dimenticati in occidente. Il primo è quello della mediazione linguistica il secondo è quello strettamente legato della nazionalizzazione del marxismo. Ad esempio Camillo Prampolini attraverso la parabola del "Gesù socialista" trovò una efficace mediazione linguistica e concettuale con il mondo dei contadini analfabeti parlando di un personaggio che i contadini conoscevano bene (come in Cina si conosce Confucio) e trasformandolo in un eroe del socialismo. Egli conquistò tutti i comuni della provincia di Reggio Emilia prima dell'avvento del fascismo. Hu fa la stessa cosa (ma anche Mao che usava l'analogia tra Armonia e Comunismo). La mediazione linguistica dei comunisti cinesi risultò particolarmente efficace con l'utilizzo di slogan semplici e schematizzati (i quattro principi cardinali, passare il guado mettendo un sasso dopo l'altro, i cento fiori ecc. che però suonavano ridicole nel linguaggio dei maoisti nostrani proprio perché scimiottavano il linguaggio altrui). Ovunque il marxismo si è nazionalizzato con il recupero anche di personaggi storici iscritti alla causa del socialismo le forze comuniste e socialiste sono diventate movimenti di massa. Si pensi a Sun Yat-sen in Cina (a Sun Yat-sen fu addirittura dedicata un'Università del Komintern a Mosca) piuttosto che Simon Bolivar in Venezuela, Martì a Cuba o Sandino in Nicaragua oppure all'utilizzo di Garibaldi, popolarissimo nelle campagne, da parte di socialisti e comunisti in Italia.

Note
1. Scrive China File: "Con alcune notevoli eccezioni, in Cina più visibili sostenitori neo-confuciani hanno, negli ultimi anni, spesso mostrato una forte affinità per le posizioni socioeconomiche di sinistra. Corrispondentemente, un certo numero di intellettuali di sinistra di spicco hanno sostenuto la continuità ideologica tra Confucianesimo e il socialismo cinese, o, per dirla con il prominente studioso della Sun Yat-sen University Gan Yang, "tong san tong" ("che collega i tre canonici")" (Zhang 2015). Notano gli estensori del Blog Chinese Century. Che il significato marxista di comunismo è simile all'idea confuciana si Da Tong, Grande Armonia, ovvero una società in cui tutte le persone sono uguali (Buchmann 2015).

Bibliografia

Buchmann, Harald 2015. Re-Post: How Socialist is China?16 /02/2015
Hutton, Will 2007. Il Drago Dai Piedi D’argilla. La Cina e l’Occidente Nel XXI Secolo. Fazi editore.
Private 2006. “Private Entrepreneurs Nominated Top Honor for China’s Labor Class.” Xinhua.
Rapporto 2007. “Una Sintesi Del Rapporto Di Hu Jintao Il 17° Congresso Del PCC”. Radio Cina Internazionale.
(RCI 2007)
Sorini, Fausto 2007. Note Sul 17° Congresso Del Partito Comunista Cinese, L’Ernesto. 
Vasavakul, Thaveeporn 2002. Communism-Vietnam in Encyclopedia of Modern Asia, David Levinson and Karen Christensen Editors, Charles Scribner’s Sons.
Zhang, Taisu 2015China’s Leftists Are Embracing Confucius. Why? 23 Aprile 2015.
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