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Non indignari, non admirari, sed intelligeri

Spinoza


Il blog si legge come un testo compiuto sulla Cina. Insomma un libro. Il libro dunque tratterà del "pericolo giallo". Un "giallo" in cui l'assassino non è il maggiordomo ma il liberale. Peggio il maggiordomo liberale. Più precisamente il maggiordomo liberale che è in voi. Uccidetelo!!!Alla fine il vero assassino (a fin di bene) sarete voi. Questo sarà l'unico giallo in cui l'assassino è il lettore. A meno che non abbiate un alibi...ça va sans dire.

mercoledì 7 marzo 2012

2.1.8: Liu Xiaobo: Nessuno è morto in piazza Tiananmen il 4 giugno 1989

2. Ancora una primavera. Tienanmen e dintorni 

2.1 Il mito del massacro di Tienanmen

Liu Xiaobo parla agli studenti di piazza Tienanmen
Secondo Liu Xiaobo nessuno è morto di piazza Tiananmen il 4 giugno 1989. Questo potrebbe spiegare perché ad alcuni attivisti per la democrazia all'estero non piace Liu Xiaobo. Egli ha chiamato bugiardi gli attivisti democratici d'oltremare (come Wuer Kaixi, Chai Ling, Li Lu) che insistevano che quel giorno il sangue scorresse a fiumi a Tienanmen. Secondo Li Peng "Le indagini hanno dimostrato che la notte del 3 giugno tutti i leader di quelle organizzazioni illegali come la Conferenza delle organizzazioni patriottiche, la FAS, la FAL e così via, si sono imboscati. Quel Wang Dan, che era presente in piazza quasi tutti i giorni, è sgattaiolato via e il teppista Wuer Kaixi è ora uccel di bosco. Si è recato in piazza poco dopo le 20.00 e meno di due ore dopo, quando ha sentito che la piazza sarebbe stata sgomberata, ha finto di sentirsi male e se l'è filata. " (Nathan e Link 2001 pp. 465-66). In effetti Wuer si era rifugiato in un furgoncino e non assistette al presunto "bagno di sangue" in Piazza Tienanmen. Wuer Kaixi riferiva infatti di “circa duecento studenti abbattuti da un assalto prima dell’alba, ma come fu rivelato dopo, lui per salvarsi si era rifugiato su un furgone parecchie ore prima (Black e Munro 1993, pp. 234-246)”.


Il dissidente Wei Jingsheng di casa 
a Washington
Non è la sola ragione della scarsa simpatia suscitata da Liu nel resto della carovana dei "diritti umani". Liu è stato capace anche di stornare parecchi soldi dei finanziamento elargiti dal governo americano e da istituzioni private a suo favore. Egli è stato inoltre citato in giudizio  negli Stati Uniti dagli altri dissidenti  per appropriazione indebita.
“Liu è diverso dagli altri dissidenti. È un moderato pronto a collaborare con il regime comunista e a criticare gli altri resistenti che soffrono”, ha detto Wei Jingsheng, padre dell'opposizione al Partito nell'era postmaoista, riparato negli Stati Uniti. La posizione di Wei non sembra isolata tra gli esuli. Nei giorni scorsi un altro dissidente di primo piano, Lu Decheng, aveva firmato una lettera indirizzata al comitato per il Nobel, con cui definiva inopportuno assegnare il premio all'intellettuale cinese. “Ritiene che negli anni Liu abbia collaborato con il Partito comunista e dice di avere le prove per confermarlo...”(Pira 2010).
Un gruppo di 14 dissidenti cinesi, molti dei quali esuli che si battono per tentare di rovesciare il PCC, ha chiesto al comitato per il Nobel di negare il riconoscimento a Liu Xiaobo, definendolo un vincitore “inadatto”. In una lettera, i firmatari accusano Liu di aver calunniato gli altri attivisti, abbandonando i membri perseguitati del movimento spirituale Falun Gong e diventando troppo morbido nei confronti della leadership cinese. ”La sua aperta lode del Partito Comunista Cinese, che non ha mai smesso di calpestare i diritti umani, negli ultimi 20 anni è stata estremamente fuorviante e influente”, hanno scritto.(Dissidenti 2010)
 
  Tratto da Liu Xiaobo: The Monologue Of A Survivor Of The End Of The World.
China Times Publishing House, Taiwan
Nel settembre 1989, il governo cinese ha organizzato un’intervista in cui ho raccontato quello che avvenne e che ho visto personalmente in Piazza Tienanmen nella prima mattina del 4 giugno 1989. A quel tempo ero ancora mentalmente in una fase in cui volevo resistere e rifiutavo di dichiararmi colpevole. Pertanto, la decisione di fare l'intervista è stata presa solo dopo una notevole angoscia mentale.Sapevo chiaramente che nessuno era morto quando Piazza Tienanmen è stata sgombrata. Ma lo scopo di questa intervista non era di chiarire i fatti, i quali sarebbero stati sfruttati solo come strumento degli obiettivi politici del governo.
Se avessi fatto l'intervista, sarei diventato un volontario strumento del governo e avendo di conseguenza un cattivo impatto sociale. Al momento tutto il mondo credeva che le truppe della legge marziale avessero effettuato un vero massacro in Piazza Tiananmen. Alcuni protagonisti del 4 giugno che sono andati esuli all’estero stavano cercando di costruire immagini eroiche di se stessi e quindi essi distorcevano i fatti, hanno mentito e esagerato sul sangue che scorreva a fiumi in Piazza Tiananmen (Wuer Kaixi, Chai Ling, Li Lu e altri erano tutti così).
Quindi, se mi fossi presentato in televisione dicendo che non ho visto morire nessuno, avrei fatto arrabbiare tutto il mondo e ciò sarebbe stato terribile per la mia immagine pubblica. Dal momento che ero determinato a non cedere, ho rifiutato risolutamente la richiesta di intervista. In primo luogo, questo rifiuto sarebbe stato un segno che non collaboravo con il governo. In secondo luogo, questo avrebbe aumentato la gloria del mio martirio. Ma, tacere sui fatti della storia è come mentire.
Sulla base di considerazioni sulle conseguenze politiche così come sulla mia immagine personale, ho rifiutato le offerte dagli inquirenti due volte. Ma mi hanno mostrato l'intervista del Quotidiano del Popolo con Hou Dejian su come Piazza Tiananmen è stato sgomberata. Dicevano: "I fatti saranno sempre i fatti. Se non hai visto nessuno che sia stato ucciso, se non hai visto il sangue che scorreva a fiumi, allora perché non hai il coraggio di chiarire i fatti e dire la verità? Hai tante considerazioni da fare prima di dire la verità? Questo non è nel carattere di Liu Xiaobo. Inoltre, dobbiamo lodare voi quattro per avere organizzato l'evacuazione pacifica. Dire la verità non fa male a nessuno."
Gli inquirenti mi hanno convinto. Ho trovato ragioni per fare l'intervista.

Wuer Kaixi oggi deputato 

del Kuomintang a Taiwan
1. E' un fatto che non ho assistito a nessun decesso durante l'evacuazione della piazza. E' mia responsabilità verso la storia come verso me stesso di raccontare i fatti. Detesto più di tutto che al popolo cinese vengano distorti i fatti, al fine di creare una buona reputazione. Di fronte a una scelta tra ottenere una reputazione morale e il rispetto dei fatti, Wuer Kaixi ha scelto la reputazione morale lasciando perdere i fatti. In un certo senso, in modo particolare in questo (nostro) movimento, è richiesto il coraggio di scegliere di rispettare i fatti. Pertanto, anche se questa intervista potrebbe danneggiare la mia reputazione morale, preferisco farla che distorcere i fatti. Io credo che storia mi darà ragione un giorno. 
2. Hou Dejian ha già raccontato i fatti riguardanti lo sgombero della piazza. E' stato sottoposto a una tremenda pressione dell'opinione pubblica. La cecità e la passione delle persone stavano soffocando la voce sincera di Hou Dejian. Se raccontando i fatti si finisce con il ricevere la condanna di tutto il mondo, allora un testimone oculare non deve lasciare il fardello al solo Hou Dejian. Se mantengo il mio silenzio, mi limito a rafforzare la fiducia cieca nelle menzogne ​​e la condanna di Hou Dejian da parte del mondo. Io e Hou Dejian eravamo entrambi testimoni oculari dello sgombero della piazza. Se Hou Dejian ha detto che nessuno è morto mentre io mantengo il silenzio, questo dimostra che Hou Dejian stava testimoniando il falso per conto del governo, al fine di salvare se stesso. Io spingerei Hou Dejian a prendersi tutte le responsabilità e condanne. Se ho testimoniato, posso aumentare la credibilità dei fatti. Io e Hou Dejian possiamo condividere le condanne ingiuste e dissipare la cattiva influenza sociale - la rabbia pubblica che veniva infiammata dalle menzogne. 
3. Il governo ha dimostrato che nessuno è morto in Piazza Tiananmen durante l'evacuazione. Ma questo non vuol dire che nessuno è morto a Pechino. È a prova di bomba che le armi hanno sparato e persone sono morte. Ciò non cambierà, per il fatto che nessuno è morto in Piazza Tiananmen. Inoltre, gli studenti (e non il governo) dovrebbero essere lodati per avere evitato il massacro in Piazza Tiananmen, dato che gli studenti si ritirarono pacificamente. Pertanto, raccontare i fatti non significa alleviare le responsabilità del governo. Se gli studenti non si fossero ritirati pacificamente e avessero lottato come le persone in Liubukou, Muchi e altrove, ci sarebbero stati sicuramente dei morti a Piazza Tiananmen, e la possibilità di un massacro. 
Sulla base di queste ragioni, ho accettato di essere intervistato dalla televisione ufficiale per più di 40 minuti. Ho descritto l'evacuazione sulla piazza con dei fatti. Ma sulla via del ritorno al carcere di Qincheng dopo l'intervista, non ero tranquillo. Invece, ero triste a causa dei danni che questa intervista potreva faremi. Ma senza la franchezza di Hou Dejian e la sua volontà di raccontare i fatti a prescindere dalle conseguenze e dall'impatto politico, avrei scelto di rimanere in silenzio, o addirittura mentire, al fine di mantenere la mia immagine pubblica e la mia reputazione. Questo mi ha ricordato I vestiti nuovi dell'Imperatore di Hans Christian Andersen. Questi adulti esperti hanno mentito con gli occhi aperti, ma solo il bambino ingenuo può affermare i fatti acutamente. Hou Dejian è quel bambino, ma non poteva essere tollerato in un mondo di menzogne. Questo non è stato solo il dolore del popolo cinese, ma i vari media di altri paesi hanno solo approfondito il dolore. Alcuni esuli irresponsabili oltremare hanno fuorviato i media del mondo per motivi personali e i media hanno fuorviato il pubblico. Una volta che le bugie penetrano nei cuori e le menti, formano una corazza contro fatti.
Quindi fino ad ora, sono assai imperturbabile e soddisfatto della mia decisione di spiegare cosa è successo sulla piazza alla televisione ufficiale. Nel prendere questa decisione, ho messo da parte tutte le considerazioni sulla mia immagine pubblica e ho agito in modo responsabile verso la storia, gli amici e me stesso. La cosa che mi ha causato disagio è stato il fatto che avevo rifiutato di essere intervistato due volte a causa del solo calcolo la mia utilità personale. Allo stesso modo, quando ho scritto, il Documento di pentimento, dopo essere uscito di prigione, dopo me ne sono molto pentito. A quel tempo, stavo combattendo solamente contro il pessimismo sul mio tetro futuro e non ero preso dall'ostinazione di dare tutto per il mio credo e la mia coscienza. Altrimenti non avrei scritto, il Documento di pentimento nel momento in cui lo spargimento di sangue stava a poco a poco scomparendo dalla memoria.(Liu Xiaobo 2010)
Liu ammette implicitamente che chi non oppose una resistenza violenta al ristabilimento dell'ordine, come gli studenti della piazza, non venne toccato dalle truppe.

Bibliografia
Liu Xiaobo 2010. Liu Xiaobo: Nobody Died On Tiananmen Square On June 4, 1989. 18- Ottobre- 2010. http://zonaeuropa.com/201010a.brief.htm
(Dissidenti 2010) Nobel per la Pace: il fronte dei dissidenti si spacca- http://offichina.com/?p=376
Pira, Andrea 2010. Nobel a Liu Xiaobo: i dissidenti all'estero. Il Riformista. 9 ottobre 2010

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Debunkers dei miti sulla Cina. Avversari della teoria del China Collapse e del Social Volcano, nemici dei China Bashers.