Benvenuti

Non indignari, non admirari, sed intelligeri

Spinoza


Il blog si legge come un testo compiuto sulla Cina. Insomma un libro. Il libro dunque tratterà del "pericolo giallo". Un "giallo" in cui l'assassino non è il maggiordomo ma il liberale. Peggio il maggiordomo liberale. Più precisamente il maggiordomo liberale che è in voi. Uccidetelo!!!Alla fine il vero assassino (a fin di bene) sarete voi. Questo sarà l'unico giallo in cui l'assassino è il lettore. A meno che non abbiate un alibi...ça va sans dire.

domenica 26 gennaio 2014

6.3.1: Questioni generali.

6. L'imminente crollo della Cina
6.3 Disugualianze

 
Prosperità per pochi, poi per molti, poi per tutti
Du Runsheng (1989, p. 192).


Alcuni dei problemi incontrati nello sviluppo della Cina erano forse inevitabili ma affinchè ci sia uno sviluppo armonico occorre, dicono i cinesi attenersi ad alcuni punti basilari. “I cinque punti cardinali di uno sviluppo bilanciato sono i seguenti: Sviluppo bilanciato tra città e campagna, arrivare ad uno sviluppo senza compromettere la natura, alto sviluppo economico interno ed apertura dell’economia mondiale, importanza dello sviluppo economico per assicurare migliori condizioni sociali e sviluppo regionale per ridurre le disparità” (Pandhe 2004).

Dopo il 1978 Deng e i dirigenti del partito hanno riconosciuto che una maggiore disparità di reddito era necessaria per fornire gli incentivi necessari per un'economia che era troppo arretrata per raggiungere rapporti di produzione più avanzati. La distribuzione artificialmente egualitaria dei redditi aveva come conseguenza anche il mantenimento di stipendi fermi per venti anni. Il mercato ha posto fine a questo rafforzando i salari soprattutto dove c’era una forte domanda di manodopera (Démurger 2003). La tendenza si è accentuata quando si è fatta strada la penuria di manodopera. Del resto ciò corrisponde a quanto auspicato dallo stesso Marx secondo cui nella fase socialista a ciascuno doveva andare ciò che gli aspettava rispetto al lavoro da lui svolto in termini di quantità e complessità. Sebbene la struttura dei salari, come abbiamo visto, non fosse poi così egualitaria ai tempi di Mao con la riforma le disugualianze si sono accentuate. Cosa normale. Ad esempio, il coefficiente di Gini, secondo uno dei modi impiegati per calcolarlo ossia a parità di prezzi, era 0,21 nel 1988, e diventò lo 0,33 nel 1995, ma era ancora 0,33 nel 2007 (Deng e Gustafsson 2013). La cosa curiosa (e anche eccezionale) è che nel periodo di maggiore sviluppo economico il Gini è rimasto costante se non addrittura diminuito. Il “turbocapitalismo” dello sviluppo fa aumentare la disegualinza? No è il contrario: "La disuguaglianza è diminuita maggiormente proprio nei periodi di maggiore crescita economica! Il luogo comune secondo il quale l’aumento della disuguaglianza è il prezzo che si deve pagare per una maggiore crescita economica viene completamente sfatato: infatti, la diminuzione di disuguaglianza coincide con l’aumento dei redditi delle famiglie" (Zanier 2011).

giovedì 16 gennaio 2014

6.3.3: Confronto tra India e Cina

 6. L'imminente crollo della Cina
6.3 Disugualianze
 
Slum in India
Der Spiegel, il maggiore settimanale tedesco, rilevava una differenza essenziale tra la Cina ed altre realtà dei paesi in via di sviluppo: “I successi economici del Partito Comunista non sono il suo solo risultato impressionante. Le città cinesi sembrano più sicure di San Paolo e Bogotà, e sembrano più pulite e più ordinate delle baraccopoli di Nairobi o Soweto in Sud Africa. Pechino e Shanghai vantano una vivace scena culturale, e l’accesso alla banda larga di Internet è già attivo nelle principali città del paese. La ricezione del telefono cellulare è disponibile anche nei piccoli villaggi” (Lorenz e Wagner 2007).

Un noto liberale cinese che vive in America, Yasheng Huang, scrive: “I visitatori di Cina e India spesso riportano impressioni quasi opposte delle due nazioni. L’India aggredisce i sensi. Le persone vivono in un aperto squallore, nella mancanza di servizi igienici, in enormi baraccopoli in metropoli tentacolari come Bombai e Nuova Deli che provocano facilmente l'impressione di una società molto povera e diseguale. La Cina induce la reazione opposta. Il territorio urbano è in gran parte esente dagli elementi più caratteristici della povertà obbrobriosa, come le baraccopoli di massa. Non è sorprendente che coloro che visitano la Cina lascino il paese con l'impressione che si tratti di uno dei paesi di maggior successo nella lotta contro le disuguaglianze di reddito e che l'India abbia fatto il contrario. La realtà è quasi esattamente l'opposto. La misura più utilizzata di disparità di reddito è l'indice di Gini, che varia da zero - perfetta parità - 100 - perfetta disuguaglianza. Nel 2001, l'indice di Gini della Cina era pari a 44,7, in India durante il periodo 1999-2000, l'indice di Gini era 32,5.” (China Gini 2007).

Chi siamo

Debunkers dei miti sulla Cina. Avversari della teoria del China Collapse e del Social Volcano, nemici dei China Bashers.