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Non indignari, non admirari, sed intelligeri

Spinoza


Il blog si legge come un testo compiuto sulla Cina. Insomma un libro. Il libro dunque tratterà del "pericolo giallo". Un "giallo" in cui l'assassino non è il maggiordomo ma il liberale. Peggio il maggiordomo liberale. Più precisamente il maggiordomo liberale che è in voi. Uccidetelo!!!Alla fine il vero assassino (a fin di bene) sarete voi. Questo sarà l'unico giallo in cui l'assassino è il lettore. A meno che non abbiate un alibi...ça va sans dire.

venerdì 6 febbraio 2015

8.18: Qualità dell'informazione occidentale sul mondo del lavoro in Cina

8. La schiavitù in fabbrica…ma dove?
Immagine candidata  Public Eye Awards del 2011. Naturalemente quelli raffigurati sono 
gli schiavi che costruiscono l'i-phone. La visione tipica
che i neo-colianialisti occidentali hanno 
del lavoro nei paesi in via di sviluppo.
Simone Pieranni, di China Files, collaboratore frequente del Manifesto sostiene che "In Cina si dice che quasi tutte le ong siano «ong con la g», nel senso che pur essendo nomi­nal­mente «non gover­na­tive», hanno una spruzzata di «gover­na­tivo»" (Pieranni 2014). La cosa sorprendente è che le principali fonti di Pieranni, China Files & company sono organizzazioni che si proclamano, sì, non governative ma che sono sicuramente finanziate se non diretta emanazione di un governo straniero che le utilizza per fini sovversivi, il regime change e per gettare nel caos coloro che sfidano la sua dittatura internazionale. In inglese vengono chimate GONGO (Governmental NGO) o al massimo QUANGO (Quasi non-governmental NGO). Prendiamo una di queste: il China Labor Watch. La stampa definisce il China Labor Watch "gruppo no-profit di New York". Quasi la metà dei finanziamenti del China Labor Watch vengono dal National Endowment for Democracy (NED), un istituto finanziato da una voce della Agenzia USA per lo Sviluppo Internazionale, che si riferisce al Dipartimento di Stato e al NED la cui mission è esportare “la libertà di sostenere in tutto il mondo” l’Impero americano [1]. Coloro che sono contrari o semplicemente recalcitranti vanno ovviamente rovesciati. Cioè il NED fa apertamente quello che la CIA faceva di nascosto. I finanziamenti da parte del NED al CLW sono in aumento. Data l'attenzione che la "sinistra radicale" dà al China Labor Watch e ad organizzazioni similari sembra che il loro sponsor, la CIA, sia nientemeno che l'avanguardia del proletariato cinese.

Il China Labor Watch (CLW) è strettamente coinnvolto nella cosidetta "Foxconnomy", ossia le periodiche campagne mediatiche che legano la Foxconn, azienda che costruisce smartphone e altra elettronica di consumo per varie aziende, alla Apple. E' provato che qualsiasi articolo sulla Foxconnomy-Apple porta a centinaia di migliaia di contatti in Internet [2]. Le condizioni di lavoro alla Foxconn, per ammissione stessa del CLW sono tra le migliori della Cina e forse dell'Asia. Da quando è stata creata nel 2000, la CLW ha avuto tutto sommato scarsi riscontri sulla stampa e in Internet fino al caso mediatico dei suicidi di Apple-Foxconn nel 2010 che porta una fortissima attenzione anche del mainstream. Il suo fondatore, Li, è diventato un importante pusher di notizie, più o meno attendibili, per giornali come il New York Times  o il Whasington Post. Abbiamo detto pochi contatti tranne che sui giornali di sinistra in particolare quelli, aimè, poco influenti mediaticamente della sinistra radicale sempre pronti a scrivere storie strappalacrime sulla globalizzazione. Pazienza che il CLW sia finanziato del dipartimento di Stato USA, ma possiamo dire almeno che fornisca notizie attendibili e non indulga nel sensazionalismo per essere pubblicato e poi estorcere nuovi finanziamenti dai peggiori anticomunisti? Insomma lo spazio che gli viene offerto dalla sinistra persino radicale è almeno giustificato dalla qualità delle informazioni? Vedremo alcuni casi.
Una parata celebrativa diventa una marcia di una folla inferocita
Nel 2012 il China Labor Watch ha annunciato che un impianto i-Phone 5 della Foxconn era stato paralizzato da uno sciopero di massa. La notizia è stata ripresa da Reuters, e da vari blog. Le azioni Apple sono scesce del 2,21 per cento in un giorno. Ma le informazioni riguardo a questo sciopero erano come minimo discutibili se non basate su un gratuito sensazionalismo legato alle cattive pubblic relation della Foxconn che il CLW aveva contribuito a costruire. La Foxconn-Apple è nel mirino e le notizie che riguardano l'argomento sono la manna del giornalismo passivo ovvero quel giornalismo che non si fonda su notizie di prima mano ma sulle notizie di agenzia e delle ONG molto attive nel fornire articoli preconfezionati alla stampa compiacente. Non importa che le notizie siano vere o false anzi se portano ad una smentita fanno più audience perché comportano una serie di controrepliche che aumentano i contatti in internet. Occorre inoltre dire che spesso i corrispondenti a Pechino sono soggetti al taglio delle spese e devono coprire un continente con risorse scarse. A questo punto iòl giornalismo d'inchiesta è quasi impossibile e dunque meglio le notizie preconfezionate magari dell ONG che danno un senso di "indipendenza" alla notizia stessa. Scrive il giornalista investigativo John Elliot; "La Stampa Passiva ama i gruppi no-profit che offrono i loro articoli investigativi scioccanti pieni di fatti e cifre (e possibilmente immagini) che possono essere incorporate nei notiziari".


Immagini di "incidenti di massa"
presenti nel WEB cinese
Uno scrittore americano che si è interessato all'argomento scrive che il caso Foxconn "sta diventato un mezzo per l'autoflagellazione e disgusto di sé dei proprietari di smartphone Apple e forse persino un'arma del governo degli Stati Uniti per destabilizzare il Partito Comunista Cinese". I media imbeccati del CLW hanno parlato nel 2012 di "uno sciopero su larga scala" con la partecipazione di "3-4.000 operai." Il Business Insider, non si limitava a riportare il comunicato stampa del CLW ma aggiungeva una foto della folla inferocita che marciava compatta. (Quella "folla inferocita" era in realtà una parata celebrativa della Chimei Innolux, dove fanno schermi LCD).


Il giorno dopo i media che avevano pubblicato la notizia ospitavano anche la smentita della Foxconn (che come abbiamo visto porta ancora più contatti) e il grandioso sciopero della folla inferocita veniva circoscritto a qualche isolato incidente tra lavoratori e ispettori della qualità senza che la produzione subisse ritardi. Secondo il CLW invece lo sciopero si sarebbe concluso dopo che l'azienda ha accettato di pagare uno stipendio tre volte maggiore per chi lavorava durante le vacanze dato che lo sciopero sarebbe avvenuto per il fatto che erano state sospese le vacanze dei lavoratori.

La cosa singolare è che sebbene si sappia che in Cina non solo parecchi abbiano lo smartphone ma lo usino anche (una breve ricerca sui dipendenti Foxconn che tweetano su Sina Weibo lo dimostra) non si trova nessuna immagine del presunto sciopero sul WEB cinese che invece ospita carrellate fotografiche su fatti ben più gravi che coinvolgono ad esempio la polizia e dunque dimostrano che cose del genere possano essere pubblicate senza incorrere in alcuna censura.

Un giornalista di Bloomberg residente a Shanghai, Adam Minter, ha trovato un post su Sina Weibo, il principale servizio di microblogging cinese, da un utente con il nickname "Ye Fudao". Minter che ha analizzato la storia di Ye, nota che egli sembra essere un attivista del lavoro che sostiene di lavorare alla Foxconn e ha postato molte osservazioni critiche su Foxconn senza mai suscitare l'interesse degli internauti. Ye aveva scritto poco prima dello "sciopero" che erano stati riscontrati problemi di qualità sugli smartphone e i lavoratori avrebbero dovuto saltare le vacanze per la festa nazionale. Questo avrebbe portato allo sciopero dei responsabili della qualità, sembra per i problemi dovuti ai difetti degli i-Phone 5. Ye poi pubblica una foto di operai alla fermata dell'auotobus con il commento di incidenti avvenuti tra lavoratori e personale del controllo di qualità che avrebbe portato all'interruzione del lavoro. I tweet di Yu hanno avuto una certa risonanza e sono stati retweettati varie volte, molte per gli standard di Yu, ma in un numero ridicolo per quelli normali in Sina Weibo e non certo in grado di determinare il crollo delle azioni in borsa di Apple. Per fare ciò si è dovuto aspettare la pubblicazione di un comunicato da parte del CLW di uno sciopero di 3/4.000 lavoratori corredato della foto di Ye dei lavoratori che aspettano il bus. Sebbene il comunicato del CLW sia debitore del post di Ye la notizia viene in realtà attribuito genericamente ai "lavoratori" e riporta la storia degli ispettori di qualità e del diverbio con i lavoratori che li avrebbe portati a scioperare dato, si badi bene, lo scarso sostegno della direzione agli ispettori stessi. La notizia è stata ampiamente ripresa anche dai media cinesi e stranieri alcuni dei quali (Reuters ad es.) ammettevano che la notizia non poteva essere confermata.
L'immagine pubblicata in Sina-Weibo di gente alla fermata dell'Autobus sembra che abbia poco a che vedere con il commento che parla di scioperi alla Foxconn
Per China.org ci sarebbe stata la protesta di 100 ispettori di qualità dopo che uno degli ispettori era stato aggredito dai lavoratori, insoddisfatti delle nuove norme di controllo instaurate in seguito alle lamentele da parte dei clienti per quanto riguarda i difetti estetici del telefono. Il lavoro si sarebbe fermato su alcune linee per un'ora nello stabilimento di Zhengzhou dove lavorano più di 100.000 persone.

La cosa curiosa è che lo "sciopero", se così vogliamo chiamarlo, avrebbe riguardato non le migliaia di lavoratori delle linee angariati dalla proprietà ma i "controllori" con cui la stessa direzione non sarebbe stata solidale. L'altra cosa curiosa è che nella Cina totalitaria della censura su internet il post che riportava la versione del CLW è stato ripostato 7.500 volte ed è ancora visibile su Sina-WeiboQui subentra un problemino. Sebbene il comunicato del CLW sia debitore quasi in toto del post di Ye si fa riferimento come fonte delle notizia a più lavoratori. Il CLW sostiene che occorresse proteggere Ye che però viene citato, ma non accreditato, per la famosa foto dei lavoratori alla fermata del bus. Minter sospetta che CLW abbia attribuito la notizia ad una pluralità di fonti soprattutto perchè la fonte vera è un anonimo microblogger con uno scarso numero di seguaci e dunque scarsamente attendibile. Ad una domanda specifica su chi abbia fornito il numero degli scioperanti (3/4000) Li Qiang, responsabile CLW, sostiene che il numero potrebbe essere determinato dai lavoratori che non sono stati in grado di lavorare a causa dello sciopero degli altri.

Il post di CLW su Foxconnin Sina-Weibo
Alla fine anche Ye Fudao, che per primo aveva dato la notizia era piuttosto contrariato dal taglio dato dai media che si erano tutti basati sulle informazioni del CLW che egli ritiene "esagerate".

"Dichiarazione: Il tweet che ho inviato ieri sullo sciopero alla Foxconn di Zhengzhou non offriva una descrizione dettagliata, ed è stato accompagnato solo da una foto. Inoltre, lo sciopero di ieri non ha comportato violenze di massa e conflitti, erano semplicemente gli addetti al controllo di qualità che si rifiutavano di lavorare, e hanno già ripreso la produzione oggi. Altre persone e i media hanno pubblicato notizie e foto che non hanno nulla a che fare con questo evento. Si prega di non confondere una cosa con un'altra, o mischiare le foto dello sciopero della Foxconn a Taiyuan con questo! " lo stesso aggiungeva "Alcuni media hanno esagerato i fatti , e utilizzando immagini della rissa della Foxconn a Taiyuan per illustrare questo evento (avvenuta qulche tempo prima in un altro stabilimento). Questo è immorale e viola l'etica dei media! "

Il comunicato Foxconn nega lo sciopero e parla invece di scontro tra addetti alla produzione e quelli del controllo di qualità dando ragione sostanzialmente alla replica di Ye Fudao. Il responsabile del CLW ha sostenuto di non conoscere il nome della sua fonte primaria ossia Ye Fudao, ma poi sostiene che si debba proteggere lo stesso, da cosa non si sa dato che i suoi post sono ancora visibili a distanza di anni.
Il China Labor Watch è stato fondato nel 2000 e nello stesso hanno è stata citata dal New York Times ma fino al 2009 China Labor Watch non ha preso di mira Apple. Ad esempio, in una suo comunicato del 2008 glissa su Apple e cita tra i principali clienti di Foxconn Lenovo, Nintendo, Sony, e Philip [sic]." (nessuna americana). Addirittura Apple viene citata in una luce positiva Foxconn, "solo ai lavoratori che producono merci per Apple viene offerto uno sgabello per sedersi durante il lavoro." Per il China Labor Watch la Foxconn è uno dei luoghi di lavoro più esemplari della Cina. In una intervista al New York Times , il già citato Li Qiang ha detto , "La Foxconn non è buona. Ma se confrontiamo tutti i settori, elettronica, tessili, giocattoli, Foxconn è una delle migliori ". Insomma sulla vicenda il CLW ha detto tutto e il contrario di tutto a seconda delle convenieze dei suoi padroni americani e delle campagne mediatiche orchestrate dai suoi committenti: "la stampa libera".
Il post di Ye Fudao tuttora visibile su Sina

In una diplomatica lettera aperta al CEO di Apple Tim Cook poche settimane dopo dell'intervista rilasciata al NYT, Li ha scritto, "Trovo che le condizioni di lavoro nelle fabbriche dei fornitori cinesi di Apple non siano in realtà le peggiori tra gli stabilimenti utilizzati da aziende di elettronica multinazionali" e che " a onor del vero, i problemi di Apple non sono unici". Addirittura una ricerca di China Labor Watch lo conferma. In una relazione completa del giugno 2012, dal titolo, Beyond Foxconn: Deplorable Working Conditions Characterize Apple's Entire Supply Chain” il China Labor Watch ha scoperto i lavoratori Foxconn hanno il più alto salario orario medio e la più bassa media di ore lavorate. Alla domanda "Quanto l'ambiente di lavoro influenza la vostra salute", gli intervistati Foxconn, sono quelli che di gran lunga hanno meno probabilità di rispondere che l'impatto è stato "abbastanza grande" o "grande". In un comunicato stampa su questo studio, il China Labor Watch sostiene che le condizioni di lavoro alla Foxconn a Shenzhen, sono comunque migliori di quelle tre stabilimenti Riteng a Shanghai, anche essi fornitori di Apple.

Qualcuno ha fatto l'audit al signor Li. Non certo non i Pieranni che dipendono direttamente dalle informazioni del CLW. Ad esempio gli è stato chiesto perché le relativamente buone condizioni di lavoro della Foxconn (a sentire almeno il CLW) sono raramente al centro delle notizie di stampa. li ha sostenuto che certo la Foxconn è la migliore tra le fabbriche di elettronica e ciò viene sempre sottolineato da CLW ma la ragione per cui non interessi i media gli risulta oscura.

Poco tempo prima c'era stato un incidente in un altro stabilimento Foxconn a Taiyuan con danneggiamenti di scooter e auto. Sembra fosse scoppiata una rissa tra lavoratori ubriachi di provincie diverse. Siccome i media avevano finito le scorte di suicidi ed esplosioni alla Foxconn distribuite a piene mani dal CLW hanno pensato bene di rinverdire l'accopiata vincente Foxconn-Apple-Cina uguale Triangolo della Morte. Per cui senza alcuna prova alla mano, l'AP ha riferito che la rivolta "era stata ampliata dallo stress per il lancio del nuovo iPhone. In un articolo intitolato Riot at Foxconn Factory Underscores Rift in China, il New York Times, usa l'altra pesudo-ONG, il China Labor Bulletin, che sottolineava che i disordini erano degni di nota perché la fabbrica è gestita dalla Foxconn Technology anche se ammetteva che la causa dell controversia era poco chiara senza approfondire troppo e inserendo un un paio menzioni sull'iPhone 5, tanto per restare in allenamento.

"Invia Due dollari ad Apple" campagna del maggio 2012 per indurre la Apple a non utilizzare il lavoro "schiavo" della Cina
Un articolo del New Yorker sollecitava sobrietà sulla rivolta e sull ruolo di Apple ma era ridicolmente intitolato What the Foxconn Riot Says About China. Il pezzo di titolo URL, utilizzato per i risultati di ricerca di Google, era: "“What the Foxconn Riot Says About China and Apple.”." E la sua URL : ". Foxconn-riot-apple-china.html", di nuovo il Triangolo della Morte. Insomma l'avere condito Foxconn e Apple in tutte le salse è una furbata che rivela in realtà una mera speculazione commerciale come dire di " audience".
Si diceva inoltre che la rissa non sembrava essere legata a questioni lavorative, una delle prime ipotesi era che il servizio di vigilanza avesse picchiato un lavoratore. Un lavoratore avrebbe poi dichiarato che la rissa sarebbe successa perchè i lavoratori erano "frustrati dalla vita" a causa della "precaria(?)" situazione economica, tutte cose che succedono solo in Cina (of course) e che i "marxisti" del New York Times avrebbero scambiato per "l'alienazione" di marxiana memoria. Il portavoce do CLW ha rincarato la dose. Ciò non succede in tutta la Cina ma solo dove è in corso la produzione delle "i-merci" ovvero i-phone e compagnia cantata. Questi commenti la dicono lunga su come il mainstream guarda alla Cina, sempre sul rischio di crollare,  in questo articolo,infatti, sono coniugati magistralmente il Social Volcano e il China Collapse e la Foxconnommy.
A sentire lo stesso New York Times sembra che in Cina sia più probabile capitare in una rissa che in una controversia di lavoro. Pochi giorni dopo la "rivolta" di Taiyuan, un ospedale di Dongguan è stato al centro di una rissa con circa 2.000 persone. L'ospedale non sembra fosse coinvolto nella produzione di i-Phone. Nel 2009 c'era stata una rissa con un morto in una fabbrica della Cina meridonale pa causa scontri etnici e non di motivi di lavoro dunque era possibile che anche nel caso di Taiyuan la causa potesse essere quella degli scontri tra gente di provincie diverse. La rissa però deve obbligatoriamente diventare una rivolta, e deve esserci di mezzo la Apple altrimenti non buca la notizia!!! 

Per stare in ambito lavorativo un'altra rissa era scoppiata in un impianto che produceva giocattoli per la Disney a Dongguan, nel 2006. Anche i quel caso non erano in discussione stipendi o condizioni di lavoro ma il CLW aveva cercato di accreditare come la causa fosse dovuta alle misere condizioni di lavoro. Il CLW ci ha tentato anche con la Samsung, contando sulla popolarità del marchio sud coreano, associandolo al lavoro minorile. ma sembra gli sia andata male. L'HEG Electronics, azienda fornitrice cinese di Samsung Electronics, gli ha intentato una causa legale, accusandoli di aver diffuso informazioni false. Lo ha fatto sapere la stessa Samsung, precisando che il caso è stato depositato in un tribunale cinese da parte della compagnia che produce componenti per telefoni cellulari. China Labor Watch aveva accusato HEG Electronics di aver ingaggiato più di dieci lavoratori minorenni. La notizia è stata diffusa come se la produzione poggiasse "in buona parte sul lavoro minorile sottopagato". Samsung, che aveva chiesto a CLW di condurre un'indagine assieme, ha fatto sapere che un'indagine condotta insieme a HEG e un'altra inchiesta, lanciata dalle autorità locali, non hanno confermato casi di sfruttamento di lavoro minorile, e ha chiesto a China Labor Watch di scusarsi con la società cinese.
Aspiranti ad un posto alla Foxconn consegnano
i curriculum alla Foxconn. 10.000 persone ogni giorno
chiedono di essere assunti nell'azienda taiwanese.

Naturalmente la notizia di un ipotetico lavoro minorile diventa prima per la RAI: ("Alla Foxconn "stagisti" bambini, l'azienda: "Siamo responsabili") immediatamente lavoro infantile. poi diventa in un qualche blog: "Acquistereste un iPhone 5 assemblato da un bambino di 5 anni?" La notizia è che in una fabbrica a Yantai, nella Cina nord-orientale, stati impiegati alcuni «tirocinanti» di età compresa tra 14 e 16 anni, che hanno lavorato presso il campus per circa tre settimane. Ciò violerebbe le norme della Cina. Nessuno parlerebbe di ragazzi di 14 o 15 anni come bambini nel linguaggio comune in cui si indica genericamente una persona che non ha ancora raggiunto la pubertà, oppure che non ha ancora raggiunto 10 anni (età nella quale, in coincidenza con l'uscita dalla scuola elementare, si comincia a parlare di "ragazzino/a").  Fino a venti anni fa sarebbe stato lecito anche in Italia farli lavorare come lo è ancora in India e in Brasile. E non si capisce comunque cosa c'entrino i "bambini" di 5 anni. La fonte originale veramente parla "underage" che sarebbe la definizione più corretta.

Il rapporto di China Labor Watch, pubblicato nel 2013, dice che tre fabbriche di Shanghai gestite da Pegatron hanno violato 36 norme di legge, compresi gli straordinari eccessivi, la formazione insufficiente e lavoro minorile. Adam Minter ha visitato più di un centinaio di fabbriche cinesi. Dice che i media mainstream non si sono preoccupati di dare uno sguardo critico a questo rapporto. L'esempio più lampante in questo rapporto è la sezione denominata: 'Lavoro infantile e dipendenti minorenni' ma in nessun punto della relazione si segnala dove il lavoro minorile avvenga in queste fabbriche, scrive Minter. "Non abbiamo trovato prove dirette del lavoro minorile, come definito in Cina, inferiore a 16 anni", ammette Kevin Slaten, portavoce di China Labor Watch. Secondo l'inchiesta i lavoratori di età compresa tra 16 e 20 anni  (la legge cinese vieta che i giovani sotto i venti anni possano lavorare in lavori particolarmente pericolosi come p.e. in miniera) che sarebbero 10 mila, non hanno ricevuto "protezione speciale" alla Pegatron come richiesto dalla legge cinese, ma né lui né il rapporto hanno fornito alcun esempio. Quindi bambini di 5 anni che diventano bambini tra i 14 e 16, ma senza molte prove, che poi diventano bambini tra i 16 e i 20 anni senza alcuna prova.


Secondo la relazione del CLW "Ci sono dipendenti minorenni. I lavoratori di età inferiore ai 18 fanno la stessa quantità di lavoro di lavoratori adulti senza ricevere alcuna protezione particolare. E' stato trovato un  dipendente di 17 anni che lavora sulla stessa catena di montaggio e aveva lo stesso orario di lavoro degli altri operatori della catena di montaggio, che 10,5 ore al giorno. Dopo il lavoro, di solito cena a tarda notte in un mercato notturno, prende la navetta della compagnia che lo porta al suo dormitorio, fa una doccia, fa il bucato, e poi va a letto a navigare su Internet con il suo cellulare. Questo è chiaramente in violazione delle norme cinesi che richiedono una protezione speciale per i lavoratori minorenni." Né in questa sezione, né altrove nella relazione si trova alcuna prova che i lavoratori di età inferiore ai 16 anni sono impiegati a Pegatron. Per quanto riguarda l'anonimo diciassettenne descritto nella relazione, senza dubbio trascorrere una serata navigando su Internet non è il massimo della vita, ma non può essere di certo qualificato come un abuso dei diritti umani, commenta giustamente Minter.  Tanto più che secondo la narrativa corrente il lavoratore non potrebbe permettersi di comprare lo smartphone e soprattutto e veramente straordinario che la Cina abbia leggi così dettagliate che quasi nessun paese al mondo ha, ossia che tutelano persino i lavoratori con meno di 20 anni!!!!

Nel giro di 48 ore le accuse China Labor Watch di "lavoro minorile" sono state ripetute senza critiche. Per il  Washington Post Hayley Tsukayama ha scritto il 30 luglio: "Il rapporto riporta numerose violazioni alla Pegatron, inclusi gli ambienti di lavoro pericolosi,  il i lavoro minorile e il salario insufficiente." Allo stesso modo, per Computerworld, Jonny Evans ha scritto : "Il China Labor Watch afferma di aver identificato almeno 86 violazioni dei diritti del lavoro nelle fabbriche di Pegatron, che includono 36 violazioni della legge e 50 violazioni etiche, non ultimo l'uso del lavoro minorile".

Immagini riprese da varie testate e pubblicate
sul China Daily a proposito della scoperta di 

lavoro coatto in fabbriche di mattoni nello Shanxi. 
Nessuno di questi giornalisti è stato fucilato
come pretenderebbe Rampini.
Il CLW aveva venduto la medesima patacca anche al povero Federico Rampini di Repubblica, appena arrivato in Cina. "Jimi: in cinese è l'equivalente di "top secret". Nel 2000 il ministero del Lavoro e l'Ufficio di polizia per la protezione dei segreti di Stato hanno varato un regolamento che all'articolo 3 comma 1 classifica come jimi la "diffusione di informazioni sul lavoro minorile". Chiunque contribuisca a rivelare casi di sfruttamento di bambini nelle fabbriche cinesi è quindi imputabile di avere tradito "segreti di Stato". È un crimine per il quale si rischia l'arresto immediato, una condanna per le vie brevi senza avvocato difensore, e pesanti pene in carcere." L'articolo di Rampini si chiama Cina, le "città segrete" del lavoro minorile. Le città sono talmente segrete che, pensate, nemmeno Rampini le conosce. Infatti non ne fa il nome. In piena esaltazione da parte di molte delle organizzazioni dell'ONU per il ruolo della Cina per avere sollevato dalla povertà centinaia di milioni di persone scopriamo che, nel mentre,  ne avrebbe creati altrettanti. Scopriamo un sacco di minori al lavoro nonostante i dati ci dicano che il pù del 99% dei ragazzi in età scolare frequenta normalmente la scuola. La pochezza di queste di informazioni spiega poi la pessima conoscenza che della Cina si ha in Italia.

Il pusher China Labor Watch è anche all'origine di un'altra articolessa del Rampini basata come al solito sulla colpevolizzazione del consumatore occidentale: I lager cinesi che fabbricano il sogno occidentale. I lavoratori svelano le spaventose condizioni di lavoro. Orari infernali, sfruttamento e paghe da fame.  Gli ingredienti sempre gli stessi: lager = schiavi lavoro minorile, orari impossibili, paghe da fame. Poi un paio di brand occidentali che danno lustro all'articolo: Timberland e Puma. "Un ragazzo di 20 anni ne dimostra 30 e sembra diventato scemo. La sua unica speranza è di non essere licenziato. Farà questo lavoro per tutta la vita, non ha scelta". Si tenga presente che già da un paio d'anni gli imprenditori si lamentano del turn-over dei loro dipendenti che, sfruttando la carenza di manodeopera cambiano lavoro molto velocemente. Risultato finale: "Minorenni alla catena di montaggio, fabbriche gestite come carceri, salari che bastano appena a sopravvivere, operai avvelenati dalle sostanze tossiche, una strage di incidenti sul lavoro." Insomma ci si aspetterebbe un crollo vertiginoso delle aspettative di vita che invece aumentano. la morale è poi proprio buffa: "Hu Jintao, presidente della Repubblica popolare e segretario generale del partito comunista cinese, ha accolto lunedì a Pechino centinaia di top manager, industriali e banchieri stranieri venuti per il Global Forum di Fortune. Il discorso di Hu di fronte ai rappresentanti del capitalismo mondiale è stato interrotto da applausi a scena aperta. Il quotidiano ufficiale China Daily ha riassunto il suo comizio con un grande titolo in prima pagina: "You come, you profit, we all prosper". Voi venite, fate profitti, e tutti prosperiamo. Non è evidente chi sia incluso in quei "tutti", ma è chiaro da che parte sta Hu Jintao.". Quello sporco liberale di Hu Jintao deve andare a scuola da quel comunista di Rampini. Largo ai nuovi comici!!! Si tenga presente che come Rampini ammette in un suo libro non ha mai messo piede nelle fabbriche in questione dove sono stati gli ispettori indipendenti della Fair labor Association che non hanno riscontrato nessuna delle violazioni denunciate dalla "Associazione umanitaria", come graziosamente la chiama Rampini, finanziata dalla CIA (Rampini 2006).

Nel 2007 dopo la sparizione di un ragazzo sedicenne (dunque in età da lavoro) la polizia cinese ha eseguito un'indagine a tappeto in un paio di regioni tra le più arretrate del paese. Il 22 giugno 2007, 359 persone, inclusi 12 ragazzi con meno di 16 anni, erano state liberate dai forni per mattoni illegali nello Shanxi e la polizia aveva arrestato 38 persone. Nell’Henan, in quattro giorni durante i quali più di 35.000 poliziotti hanno ispezionato 7500 forni, sono state liberate 217 persone, inclusi 29 ragazzi non ancora in età da lavoro. Più di 30 capi-forno e impiegati sono finiti sotto giudizio in relazione allo scandalo del lavoro coatto. Le accuse comprendono la coercizione al lavoro in condizioni indicibili e lesioni intenzionali (Lavoro coatto 2008). Lo scandalo è stato enorme con una copertura mediatica fortissima il che testimonia dell’eccezionalità dell’avvenimento.  Secondo Rampini evidentemente tutti i media cinesi avrebbe dovuto essere chiusi e i giornalisti messi in carcere. In particolare i giornalisti del Quotidiano del popolo, organo del Partito Comunista e dell'agenzia ufficiale Nuova Cina In realtà ad essere puniti, come riferiscono queste due fonti, a quanto pare sono stati i dirigenti del partito e del Governo locale per scarsa vigilanza: "Lo scandalo del lavoro coatto ha portato a sanzionare un totale di 95 funzionari nella provincia di Shanxi, nella Cina settentrionale: alcuni sono stati licenziati dai loro incarichi di Partito e governo, mentre altri hanno ricevuto ammonimenti disciplinari per debolezza nei controlli e negligenza...Sun Yanlin, capo del governo amministrativo e vice segretario del Partito, è stato licenziato dai suoi incarichi di partito". Rampini è un personaggio assai buffo. Ci sarebbero 10 milioni di bambini al lavoro in Cina ma non si riesce a trovarli perchè c'è la pena di morte per chi li trova ma lui sì ne ha trovato uno. Ha sedici anni e gli manca un dito. Il problema è che chi ha sedici anni può lavorare. Quando glielo hanno amputato il dito? Non è detto saperlo. In compenso, dati del 2014, sono 260 mila i minori che lavorano in Italia che ha un reddito che è il triplo di quello cinese.
I media occidentali amano qualsiasi tipo di storia che metta in cattiva luce la Cina. E' parte del sentimento anti-cinese attuale che è aumentato costantemente con la crescita economica della Cina. Un facile proseguimento dei sentimenti anti-comunisti della generazione precedente. La narrazione tipica racconta come la vita in Cina sia terribile, per distrarre la popolazione occidentale dai propri problemi, con la qualità della vita in flessione a causa della recessione e del debito pubblico. Dopo il lavoro minorile e i suicidi l'argomento più trattato nelle demonizzazione della Cina sono i morti di stanchezza sul lavoro. Si arriva anche ad eccessi ridicoli nella loro tragicità. Alla Huawei, azienda per altro autogestita dal personale, ingegnere software di 25 anni, Hu Xinyu, è morto nel maggio 2006 per "stanchezza estrema causata da superlavoro", secondo lai CBC News imbeccata dai soliti noti. La causa della morte secondo i medici era invece encefalite batterica. Ora che un ingegnere, per di più del software, possa morire per superlavoro è una cosa che indubbiamente può succedere solo in Cina, ovvero nei media che parlano della Cina. la notizia è all'interno di un articolo sui cervelli in fuga. Per ora l'unico cervello davvero in fuga sembra quello dell'autore.

Il giornalista Hervé Fuyet ha condotto una ricerca sulla ricezione da parte dei media dello sciopero alla Yue Yuen Industrial Ltd., fabbrica di scarpe con sede a Dongguan, nel 2014 che mostra l'importanza di fonti affidabili per i media. In particolare Fuyet chiede soprattutto a l'Humanitè, il giornale comunista francese, di boicottare le fonti collegate con la CIA che rientrano nel campo del "terrorismo mediatico". Perchè le "informazioni" date da queste centrali della disinformazione occidentale sono come abbiamo visto quantomeno discutibili. Egli crede che i lettori di "Huma", i suoi giornalisti, i suoi traduttori  abbiano il diritto di esigere una comprensione un poco meno distorta della Repubblica popolare cinese.
Foto che ritrae una tipica schiava cinese nell'inferno 
della fabbrica di bambole. Come si vede ha le catene
ai piedi e il marchio a fuoco.


Ma proprio l'Humanité pubblica un articolo preso di peso da China Labor Watch nel quale non solo si esalta il ruolo di questa organizzazione del Dipartimento di Stato USA ma si colpevolizza il consumatore occidentale dei giocattoli made in Cina. Il titolo è"Nell'inferno della fabbriche di giocattoli cinesi". La foto a corredo è eloquente della schiavitù di questi lavoratori. Una lavoratrice comodamente seduta in un ambiente lindo alle prese con una bambola. Possibile che con tutti gli smartphone che esistono in Cina nessuno riesca a ritrarre questi schiavi mentre lavorano con le catene ai piedi? ma forse ormai è troppo tardi. I commenti all'articolo sono tutti improntati allo inelluttabile schiavismo nei paesi comunisti!!!! Questo sarebbe un giornale comunista, figuriamoci gli altri.



Note

[1] Naturalmente c'è una precisa strategia per sostenere in tutto il mondo la strategia del kaos (contrapposta a quella cinese dell'armonia) per favorire l'imperialismo americano. Come c'è un Osservatorio per i diritti dei tagliagole in Siria ce n'è anche uno per i terroristi secessionisti nello Xijnkiang e guarda caso ci troviamo Greg Fay, Project Manager dell'Uyghur Human Rights Project finanziato dal Watson Institute at Brown University’s Islamic Voices Fund. Ebbene questo tizio ha lavorato precedentemente al China Labor Watch, per capire come in queste ON "G" i ruoli siano intercambiabili.

[2]Per avere un'idea generale di quanto grande sia il supporto per la Foxconnomy, si può guardare a blog di tecnologia Gawker Media di Gizmodo, che elenca i numeri di traffico accanto agli articoli. Solo per le voci taggate " Foxconn "negli ultimi sei mesi, Gizmodo ha raccolto circa un milione di pagine viste. Bisogna ricordare che niente di tutto questo riguarda un 'inchiesta originale su Foxconn del 2010 ma solo post del blog su Foxconn la maggior parte dei quali provengono da China Labor Watch. Ci sono stati anche molti contatti del viaggio di Joel Johnson per Wired - sponsorizzato dalla Foxconn a nella fabbrica di Shenzhen. Un dettaglio distintivo dei media su Foxconnomy è che c'è quasi più da guadagnare che ciò che si dice sia sbagliato piuttosto che giusto. Ad esempio, il 5 ottobre, Gizmodo pubblica il rapporto del China Labor Watch con il titolo Foxconn Workers on Strike After iPhone 5 Starts Brawls." I lavoratori Foxconn in sciopero dopo l'inizio della produzione di iPhone 5 e scoppiano risse." Totale: 141.329 . Diciotto ore dopo, Gizmodo ha pubblicato un altro rticolo "Foxconn Denies Strikes, Says Everything Is Going Just Fine” ossia "Foxconn nega gli scioperi e dice che tutto sta andando bene" collezionando altri 14.858 contatti.


Bibliografia
Barboza, David 2012. Questions for Li Qiang of China Labor Watch, 16 gennaio 2012.
Foxconn Henan 2012. 1st Ld-Writethru: Foxconn plant in Henan resumes production following dispute over quality standards, Xinhua, 6 ottobre 2012
Minter, Adam 2012b. What Henry Blodget Didn’t Get About Foxconn, Shanghai Scrap, 8 ottobre 2012.
Minter, Adam 2012a. Did Chinese IPhone Workers Really Go on Strike?, 10 ottobre 2012.
Pieranni, Simone 2013. Cina, per gli operai di Foxconn la rivoluzione c’è ma solo a metà, China Files 5/02/2013.
Pieranni, Simone 2014. Ong, alla Cina alle nuovissime fabbriche del mondo, 2.9.2014
Sauer,Abe 2012. The Foxconn Economy: From the State Dept. to China to Your Slideshow Pageviews, 16 ottobre 2012.

Rampini Federico 2006. L' Impero di Cindia. Cina, India e dintorni. Mondadori, 2006


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